Come nella nostra Europa medievale, così in queste terre bruciate dalle guerre e dagli sfruttamenti, il Monastero per la sua struttura, la sua esperienza, le sue relazioni europee, necessarie a procurare beni introvabili in Angola, diventa baluardo di questo popolo, può garantire una vita rigogliosa e duratura. Ma ancora di più il Monastero, può assicurare quel pane di cui non dispongono le Organizzazioni per l’assistenza: il pane che nutre lo spirito, perché l’uomo possa vivere, crescere e rafforzarsi, divenire autonomo e procurarsi da sé il proprio cibo. Oggi in Angola è necessario più che mai ricostruire l’uomo, ridargli speranza, aiutarlo a ritrovare la via e il senso vero della vita.
La comunità d’altra parte, provata da 27 anni di condivisione con i poveri, peregrinazioni e avventure, ha ormai l’improrogabile necessità di costruire un monastero: un porto sicuro per le sorelle anziane e per le giovani che desiderano entrare e ricevere una vera formazione monastica, una Casa di preghiera e di speranza, un baluardo per i popoli della montagna. |